Raccontare storie a puntate come d’abitudine nelle serie, è un metodo per creare suspense e coinvolgerci emotivamente, ma soprattutto per conquistare l’audience.
Le serie Tv sono frutto di formule narrative rodate negli anni, fin dall’Ottocento con il feulleton, ma questa è un’altra storia, le origini recenti delle nostre serie nascono negli Usa e dopo un viaggio tormentato sbarcano nel vecchio Continente, come e perchè lo scopriremo qui, in un breve racconto a puntate…(già a puntate come insegna la fiction!)
Puntata numero 1:
Nel Novecento negli Stati Uniti, la moderna industria culturale s’ingegna per soddisfare un pubblico composto in prevalenza da proletari e immigrati.
C’è bisogno di prodotti d’intrattenimento accessibili, con un linguaggio semplice “che siano fortemente codificati e standardizzati e che, al tempo stesso, sappiano tenere avvinti i propri fruitori, dando loro efficacemente appuntamento all’avventura successiva.”*


Oggi l’influenza delle strip è ancora presente nella fiction, che
“si rifà ai fumetti pubblicati […] per quel che concerne la distinzioni in vari generi (western, sitcom, polizieschi, fantascienza) per la ripetizione di personaggi e luoghi tipici […] per i fenomeni di fanatismo”.[*]
Dagli anni ’10 ai ’40 si diffondono i chapterplays “serie cinematografiche di serie B”,[*] in cui i protagonisti sono rappresentanti stereotipati dei valori americani, che rendono così, più accessibile l’immedesimazione. Sul finale i personaggi sono puntualmente lasciati appesi ad una finestra o ad un precipizio, (da cui il finale cliffhanger letteralmente “che ti appende ad una parete di roccia”) questa tattica di suspense, rende le trame suscettibili a continuazioni, potenzialmente infinite.
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e quindi come ogni buon cliffhanger rimandiamo il seguito alla puntata successiva!
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